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Piante officinali
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Plantago coronopus - lanceolata - major - media.

media

Plantago coronopus L.

Famiglia: Plantaginaceae
Sinonimi: Plantago columnae Gouan, Plantago coronopoda St-Lager, Plantago coronopifolia Murray, Plantago laciniata Willk., Plantago parishii MacBride, Plantago sabrinae (E.G. Baker & Cardew) Druce, Plantago scopulorum Pavlova , Plantago stellaris Salisb.,
Nome volgare: Piantaggine barbarella
Etimologia: Il nome del genere deriva dalla caratteristica forma delle foglie di alcune specie che vivono nelle zone calpestate, che è simile alla pianta di un piede. Il nome specifico fa riferimento alla disposizione a corona degli scapi fiorali.

Morfologia:
Pianta erbacea annuale o perenne, alta 5-30 cm, con la radice principale più grossa contornata da diverse radichette, e con una rosetta basale di foglie, appiattita, che resiste al calpestio.
Gli scapi fiorali, sono alti 5-30 cm generalmente più lunghi delle foglie e terminano con una spiga cilindrica di 2-10 cm
Foglie strette, lunghe fino a 20 cm, e larghe 1,5-2,2 x 01-1,5 cm, lineari o oblanceolate, generalmente pennatifide o bipennatifide, con lobi interi o dentati, a volte sub-intere, glabre o vellutate.
I fiori ermafroditi, sono riuniti in infiorescenze a spiga , cilindriche allungate portate da peduncoli che si irradiano verso l’alto e verso l’esterno a mo di corona; sono avvolti da piccole brattee fiorali a forma ovale più o meno acuminate, con margine scarioso e ciliato; sono lunghi circa 3 mm, sepali 2-3 mm, con margine asimmetrico, quelli anteriori saldati a 1/5 della lunghezza; corolla regolare con tubo pubescente.
I frutti sono capsule triloculari, con 3 -4 semi ellitici piano convessi.

Distribuzione – Habitat – Fioritura:
Pianta distribuita in Asia, Europa ed Africa settentrionale, in Italia è comune in tutte le regioni dove vegeta sulle coste marine, dune sabbiose, campi e incolti da 0 a 800 m.
Fiorisce da maggio ad agosto.

Proprietà ed usi:
I suoi principi attivi quali tannino, pectina e mucillagini conferiscono a questa pianta proprietà medicinali.
Già conosciuta anticamente e usata come astringente nelle metrorragie o per simulare la verginità di quelle giovani che l’avevano perduta.
Ai giorni nostri viene impiegata come diuretico, topico e astringente e antibatterico entra nella preparazione di infusi per combattere ulcere, foruncoli, acne e punture di insetti e può servire come collutorio o in decotto per gargarismi contro laringiti, faringiti o tracheiti o in soluzioni efficaci contro la congiuntivite, in infuso per il trattamento di diarree e disturbi intestinali.
Le foglie giovani possono essere consumate cotte nei misti di verdure.

 

 


lanceolata

Plantago lanceolata L.

Famiglia: Plantaginaceae
Sinonimi: Plantago minor L.
Nomi volgari: piantaggine minore, piantaggine femmina, lanciola, petacciola, centonervi, cinquenervi, lingua di cane, Pio quinto, erba di S.Antonio, erba pitocchina, scontamano, piantana, orecchie di gatto, orecchie d’asino.

Etimologia: il nome della famiglia e del genere, pare sia dato dalla caratteristica forma delle foglie di alcune specie, simili alla pianta di un piede; altri invece, pensano derivi dal latino "planta" e "agere" = "pianta che fa crescere altre erbe".

Morfologia:
pianta perenne, erbacea, con breve e grosso rizoma, alta sino a 45 cm.
Le foglie in rosetta basale, sono lunghe, diritte, lanceolate, a margine intero o dentato, munite di un breve picciolo, solitamente glabre. I lembi fogliari sono percorsi da 5 nervature principali parallele ben marcate.
All’altezza delle foglie basali spuntano scapi fiorali, coperti di peli irti, con 5 striature longitudinali, terminano con una spiga di fiori ovale o conica.
I fiori si sviluppano all’altezza delle brattee membranose brune. Il calice è composto di 2 sepali liberi e di 2 saldati, che sono diritti con una nervatura centrale verde. La corolla è tubolare e in forma di imbuto, divisa in 4 punte ovali bruno-rosa. I 4 stami dotati di lunghi filetti e di antere gialle oltrepassano la corolla biancastra.
I frutti sono capsule ovali che contengono più semi..

Distribuzione – habitat – fioritura:
diffusa in quasi tutta Europa, in Italia è pianta molto comune in tutto il territorio; vegeta negli orti, nelle macerie, lungo le strade, nei campi e nei pascoli, fiorisce da aprile a giugno sino a 2.000 m.

Proprietà ed usi:
pianta antibatterica, espettorante, emostatica, astringente, oftalmica, lenitiva, lassativa, emolliente.
I semi contengono sino al 30% di mucillagine che gonfiandosi nell’intestino, agisce da lassativo decongestionando le mucose irritate, un glucoside, l’anacubina, che stimola la secrezione di acido urico, sostanze battericide, flavonoidi, tannino, vitamine A C K, pectine. Se ne fanno infusi, succhi, decotti. Se ingerita in quantità elevata può provocare stitichezza.
Indicata nelle affezioni delle vie respiratorie, nella cura delle affezioni del cavo orale e della gola, nei disturbi gastrici, in caso di punture d'insetti, in caso di congiuntivite, ulcere, ferite e bruciature.
Questa pianta è utilizzata e coltivata dall’industria farmaceutica per preparare sciroppi contro la tosse.
Attenzione: avendo la pianta proprietà emostatiche e coagulanti, è consigliabile consultare il medico prima dell’uso.
Per uso esterno l’infusione serve per preparare compresse per le piaghe che cicatrizzano con difficoltà.
Il succo può essere impiegato nella preparazione di caramelle efficaci in caso di tosse, fresco è utile se applicato sulle punture delle api.
Gli estratti acquosi hanno proprietà idratanti cutanee, si impiegano in maschere e crema per reidratare le pelli secche e parzialmente disidratate.
I semi della pianta sono molto ricercati dagli uccelli, chi ne ha in gabbia, può dare loro da mangiare le spighe.
Le foglie giovani, possono essere utilizzate in minima quantità in insalata, nella preparazione di zuppe, oppure cotte come gli spinaci.
Dalla pianta si possono ricavare: amido fibre e coloranti.
Come foraggio invece, non è di gran profitto in quanto come tutte le piantaggini, seccando, si polverizza.

Curiosità:
la piantaggine, nel passato anche erba di Marte, entrava a far parte del novero delle piante "magiche" (insieme al giusquiamo, belladonna, mandragora, ecc.) e in stretto rapporto con l'astrologia. Nel "Volo dei sette Ibis", ad esempio, troviamo la piantaggine fra le piante magiche dominate dal volo di Marte e perciò legata ai segni dell'Ariete e dello Scorpione.
La pianta, era nel passato, utilizzata da persone appartenenti a questi segni zodiacali che soffrivano di malattie e disturbi negli apparati genitali e proprio per lo stretto legame che alla piantaggine veniva attribuito con il pianeta Marte, la si riteneva efficace nella cura delle ferite e nel migliorare la circolazione.Il suggestivo nome inglese della Plantago,“white man’s foot” “piede dell’uomo bianco”,allude ai semi della pianta, che sono stati diffusi ovunque in epoca coloniale, trasportati dagli europei nei risvolti dei pantaloni.

Note:
questo genere cosmopolita annovera circa 270 specie di annuali, biennali e perenni.
Simile è la Plantago argentea Chaix, con foglie pelose, quasi vellutate, presente nei prati dell’Europa meridionale.

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major

Plantago major L.

Famiglia:
Plantaginacee
Sinomimi: Plantago dostalii Domin, Plantago latifolia Salisb., Plantago officinarum Crantz, Plantago pumila Krocker, Plantago sorokini Bunge, Plantago vulgaris Pavlova.
Nome volgare: Cinquenervi, Lingua di cane, Piantaggine maggiore.

Etimologia: Il nome del genere deriva dalla caratteristica forma delle foglie di alcune specie che vivono nelle zone calpestate, che è simile alla pianta di un piede.

Morfologia:
Pianta erbacea perenne con corto rizoma e numerose radichette sottili, con uno o più scapi fiorali eretti o ascendenti oppure ginocchiati in basso e poi ascendenti, alti fino a 30 cm.
Foglie esclusivamente basali a rosetta ch hanno forma ovale o ellittica allargata che si restringe alla base in un picciolo che inguaina il rizoma alla sua inserzione; hanno apice ottuso, ma talvolta acuto, superficie glabra o raramen te appena pubescente, con nervature che si mantengono parallele al margine incontrandosi al picciolo e all’apice.
Infiorescenza cilindrica a spiga, si color verde-giallo-ruggine, all’apice dello scapo composta da numerosi minuscoli fiori ermafroditi, con calice diviso in quattro sepali ovali saldati alla base, corolla tubolare divisa alla fauce in quattro lobi acuti e scariosi, con 4 stami e le grosse antere che sporgono dalla corolla. Brattee fiorali verdi sul dorso.
Il frutto è una capsula ovale-oblunga, racchiusa nel calice e nella corolla, che contiene 6-18 semi neri e rugosi, molto graditi agli uccelli.

Distribuzione – Habitat – Fioritura:
Pianta subcosmopolita, di origine delle regioni asiatiche ed europee, in Italia è molto comune e considerata infestante in tutto il territorio.
Vegeta nei prati e negli incolti, negli orti ai bordi delle strade, su terreni umidi e ricchi di nitrati, da 0 a 1500 m slm.
Fiorisce da Marzo a Settembre.

Proprietà ed usi:
Per i suoi principi attivi costituiti da mucillagini, tannini, sostanze amare e il glucoside aucubina viene considerata pianta espettorante, emostatica, refrigerante, astringente, depurativa, oftalmica, vermifuga, lenitiva, antidoto, diuretica, lassativa, impiastro.
La medicina popolare consiglia l’uso delle foglie in infuso contro le diarree, per stimolare la diuresi, lenire il mal di gola e le infiammazionio del cavoorale.
Per uso esterno come decotto o cataplasma la sua azione antipruriginosa e antinfiammatoria, la fa usare per le piccole ustioni, contro le punture di insetti, le scottature e l’acne.
Per uso cosmetico viene utilizzata in maschere e creme per normalizzare le pelli secche e disidratate.
In cucina si utilizzano le foglie fresche primaverili aggiunte ad altre erbe per insalate e contorni con effetto rinfrescante per l’organismo.
I semi sono mangime per gli uccelli in gabbia.

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Plantago media L.

Famiglia: Plantaginaceae
Sinonimi: Plantago concinna Salisb., Plantago incana Stokes, Plantago monnieri Giraud, Plantago transsilvanica Schur, Plantago urvillei Opiz in Bercht. & Opiz.
Nome volgare: Piantaggine pelosa
Etimologia: Il nome del genere è dato dalla forma delle foglie di alcune specie che somiglia alla pianta di un piede, ma il significato letterale del suo nome latino "pianta che agisce" per alcuni allude alle proprietà medicinali che gia i Romani le attribuivano.

Morfologia:

Pianta erbacea perenne, pubescente, alta 5-40 cm, con breve fusto sotterraneo e radice a forma di fuso con numerose radichette.
Dal suolo spuntano in primavera le foglie tutte basali disposte a rosetta, ellittiche, ottuse intere o dentate, con 5-9 nervature parallele, più o meno pelosette, con corto picciolo generalmente densamente vellutato e di colore argentato che misura un quarto della lunghezza delle foglie.
Il fusto esterno è assente e gli corrisponde lo scapo fiorale non solcato, alto 20-40 cm, che è più lungo da due a cinque volte della infiorescenza cinlindrica a spiga, posta al suo apice, che misura da 2 a 6 cm e che a maturità si allunga arrivando anche a 15 cm. Brattee da 2 a 3 mm, ovali, appuntite con bordo membranoso.
Fiori ermafroditi, regolari, profumati. Corolla di 4 mm, con tubo glabro e 4 petali ovali biancastri. Stami che sorpassano i fiori (8-13 mm) con filamenti lillà e antere bianco-lillacine. Calice con 4 sepali liberi quasi per tutta la loro lunghezza.
Il frutto è una capsula con 2-4 semi

Distribuzione – Habitat – fioritura:
Pianta diffusa in quasi tutta l’ Europa, in Italia è comune in tutte le regioni dove vegeta in prati poco umidi, pascoli, strade e margini stradali, campi sportivi prediligendo terreni argillosi con un po’ di calcare, ricchi di elementi nutritivi, da 0 a 2000 m di altitudine.
Fiorisce da Maggio ad Agosto.

Proprietà ed Usi:
Antica pianta medicinale alla quale sono attribuite proprietà espettoranti, emostatiche, refrigeranti, astringenti, depurative, odontalgiche, oftalmiche, lenitive, diuretiche e lassative derivate dai suoi contenuti di tannino, mucillagini, pectina, aucubina, acidi, sali, saponine.
Le sue foglie in infuso o macerate sono usate per sciacqui e gargarismi della bocca, bagni oculari, irrigazioni vaginali, bagnate con acqua bollente sono eccellenti contro ulcere e piaghe, macerate leniscono il dolore delle punture di insetti, in sciroppo è un ottimo calmante per la tosse e combatte la raucedine.
Le sue foglie giovani sono consumate in insalata o cucinate con altre erbe per contorni, ripieni e torte.